Sia olaparib sia talazoparib sono inibitori di PARP che hanno dimostrato efficacia nel carcinoma mammario in setting avanzato. Il trial di fase III OlympiA ha arruolato 1836 pazienti affette da early breast cancer con mutazione germinale BRCA1/2, HER2 negative, ad alto rischio e le ha randomizzate a ricevere olaparib (300 mg BID) verso placebo per un anno. Le pazienti dovevano aver terminato tutti i trattamenti locoregionali (inclusa la RT), chemioterapia adiuvante o neoadiuvante.
Endpoint primario: 3-year invasive disease-free survival (DFS).
Camrelizumab è un checkpoint inbitore anti-PD-1 che ha mostrato attività in questo setting in trial di fase I. Lo studio cinese di fase III CAPTAIN-1 ha randomizzato 263 pazienti affetti da carcinoma nasofaringeo a ricevere chemioterapia a base di cisplatino e gemcitabina + camrelizumab (200 mg ev q21) verso chemioterapia + placebo per 4-6 cicli, seguiti da mantenimento con il solo camrelizumab vs placebo.
Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
Trastuzumab-deruxtecan è un anticorpo farmaco-coniugato (inibitore della topoisomerasi I) mirato contro HER2. Il trial di fase II DESTINY-CRC01 ha arruolato 78 pazienti affetti da adenocarcinoma del colon-retto HER2 positivo (RAS/BRAF wild-type) in progressione dopo almeno due linee di terapia, e li ha sottoposti a terapia con trastuzumab-deruxtecan (6.4 mg/kg ev q21).
Endpoint primario: confirmed objective response rate (ORR) nella coorte di pazienti HER2 3+ o HER2 2+ con FISH amplificata (coorte A).
Il Lutetium-177 (177Lu)–PSMA-617 è un radiofarmaco che permette di emettere particelle-beta alle cellule che esprimono PSMA (prostate-specific membrane antigen). Il trial di fase III VISION ha randomizzato 831 pazienti, affetti da carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione con lesioni captanti alla PET-PSMA, a ricevere (177Lu)–PSMA-617 (7.4 GBq ogni 6 settimane per 4-6 cicli) in associazione a standard of care verso il solo standard of care (abiraterone, enzalutamide, denosumab, steroide).
Endpoint primario: imaging-based PFS e OS.
Nivolumab in monoterapia o associato a ipilimumab ha dimostrato di essere efficace nel carcinoma del colon MSI/dMMR (microsatellite instability/mismatch repair-deficient). In questo articolo vengono presentati i risultati aggiornati del trial CheckMate 142 sulla coorte di prima linea di 45 pazienti con carcinoma del colon MSI-H/dMMR trattati con nivolumab + ipilimumab. Follow-up mediano di 29 mesi.
Endpoint primario: objective response rate (ORR).
Nivolumab è risultato efficace come monoterapia in pazienti pluritrattati (ATTRACTION-2).
Nel trial di fase III CheckMate-649 sono stati randomizzati 1581 pazienti affetti da adenocarcinoma avanzato dello stomaco, giunzione o esofago, a ricevere nivolumab + XELOX/FOLFOX verso la sola chemioterapia.
Endpoint primario: overall survival (OS) e progression-free survival (PFS) nei pazienti con PD-L1 combined positive score (CPS) >5.
Ad oggi nessuna terapia adiuvante è risultata efficace nei pazienti ad alto rischio di recidiva dopo chemioradioterapia neoadiuvante. Il trial di fase III CheckMate-577 ha arruolato 794 pazienti con adenocarcinoma o carcinoma squamoso dell’esofago/giunzione in stadio clinico II/III, trattati con chemioradioterapia preoperatoria e con malattia residua post-chirurgia (≥ypT1 o ≥ypN1), e li ha randomizzati a ricevere in adiuvante nivolumab per un anno verso placebo.
Endpoint primario: disease-free survival (DFS).
La strategia di trattamento total neoadjuvant per il carcinoma del retto localmente avanzato rappresenta una valida opzione per i pazienti ad alto rischio. Il trial PRODIGE-23 ha arruolato 461 pazienti con neoplasia rettale cT3-cT4 e li ha randomizzati a ricevere 6 cicli di mFOLFIRINOX seguiti da chemioradio, chirurgia TME e 3 mesi di chemioterapia adiuvante (XELOX o capecitabina) verso il braccio di controllo con chemioradioterapia, chirurgia TME e 6 mesi di chemioterapia adiuvante con XELOX/FOLFOX.
Endpoint primario: 3-yr disease-free survival (DFS).
Sacituzumab-govitecan è un antibody-drug conjugate diretto verso l’antigene di superficie trofoblastico (Trop-2) e costituito da un metabolita attivo dell’irinotecan (SN-38). Il trial ASCENT ha randomizzato 428 pazienti con carcinoma mammario triplo-negativo, pretrattate con almeno due linee di chemioterapia, a ricevere sacituzumab-govitecan (10 mg/kg d1,8 q21) verso chemioterapia a scelta dello sperimentatore (eribulina, vinorelbina, capecitabina, gemcitabina).
Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
Trastuzumab-deruxtecan è un antibody-drug conjugate le cui attività ed efficacia sono già state dimostrate nel carcinoma mammario, colico e gastrico HER2 positivo. Il trial di fase II single arm DESTINY-Lung01 ha arruolato 91 pazienti con non small cell lung cancer (NSCLC) HER2 amplificato o mutato, refrattari alle terapie standard (prevalentemente terze linee), e li ha trattati con trastuzumab-deruxtecan (6.4 mg/m2 q21).
Endpoint primario: objective response rate (ORR).
Gli studi di terapia adiuvante con interferone, sunitinib, sorafenib e pazopanib condotti nel carcinoma renale non hanno mai dimostrato vantaggio in disease-free survival (DFS) o overall survival (OS). Il trial KEYNOTE-564 ha arruolato 994 pazienti con carcinoma renale ad alto rischio e li ha randomizzati a ricevere pembrolizumab adiuvante per un anno (17 cicli) verso placebo.
Endpoint primario: DFS.
Le opzioni terapeutiche di seconda linea nel mesotelioma pleurico non hanno dati a supporto. La combinazione di gemcitabina e ramucirumab, antiangiogenetico diretto verso il dominio extracellulare di VEGFR-2, rappresenta una possibile nuova opzione. Il trial di fase II RAMES ha arruolato 161 pazienti con mesotelioma pleurico in progressione dopo platino e pemetrexed e li ha randomizzati a gemcitabina + ramucirumab verso gemcitabina.
Endpoint primario: overall survival (OS).
Circa il 15% dei tumori differenziati della tiroide (papillari o follicolari) sviluppano metastasi resistenti alla terapia radiometabolica e vengono quindi trattati con sorafenib o lenvatinib. A progressione, per i pazienti senza mutazioni druggable (MET, RET), non esistono altri trattamenti efficaci.
Il trial COSMIC-311 ha randomizzato 187 pazienti con carcinoma differenziato tiroideo, in progressione a radioiodio e TKI anti-VEGFR, a ricevere cabozantinib (60 mg/die) verso placebo.
Endpoint primari: progression-free survival (PFS) e objective response rate (ORR).
Pembrolizumab si è già dimostrato efficace nel carcinoma della cervice uterina PD-L1 positivo in progressione a chemioterapia. Il trial KEYNOTE-826 ha arruolato 617 pazienti con carcinoma della cervice uterina persistente, recidivato localmente e/o metastatico e le ha randomizzate a ricevere chemioterapia a base di platino e taxolo + pembolizumab verso chemioterapia a base di platino e taxolo. L’utilizzo di bevacizumab era a discrezione dello sperimentatore.
Endpoint primari: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS) testate gerarchicamente per PD-L1 ≥1%, intention-to treat (ITT) population e PD-L1 ≥10%.