Introduzione
I trattamenti per i pazienti affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato refrattario (rrPMBCL) sono a oggi limitati, la prognosi di questi pazienti è generalmente infausta, in letteratura i dati riportati di risposte globali (ORR) variano dallo 0 al 25% con una sopravvivenza globale a due anni del 15%. I linfomi primitivi del mediastino PMBCL frequentemente presentano una iperespressione del ligando PD-1, questo li renderebbe particolarmente suscettibili alla terapia con farmaci che bloccano l’azione di PD-1.
Gli sperimentatori hanno eseguito una sotto-analisi per valutare la sicurezza e l’attività antitumorale di pembrolizumab, un anticorpo anti PD-1, nel setting di pazienti con rrPMBCL. Studio registrato su ClinicalTrials.gov, numero NCT01953692.
Pazienti e metodi
Si tratta di uno studio multicentrico, internazionale, multicoorte, in aperto di fase 1b KEYNOTE-013. I primi 11 pazienti hanno ricevuto pembrolizumab per via endovenosa alla dose di 10 mg/kg ogni due settimane per tutta la durata del trial; dopo l’emendamento allo studio gli otto pazienti successivi hanno ricevuto pembrolizumab per via endovenosa alla dose fissa di 200 mg ogni tre settimane, basandosi sui dati di farmacocinetica e farmacodinamica che dimostravano pari efficacia. Il trattamento veniva interrotto per tossicità inaccettabile e/o progressione di malattia.
Gli obiettivi primari dello studio erano la sicurezza calcolata in tutti i pazienti che avessero ricevuto almeno una dose del farmaco sperimentale e il rate di risposte globali valutate dagli sperimentatori di ciascun centro. Gli obiettivi secondari includevano il rate di risposte complete, la durata della risposta e la sopravvivenza globale.
Risultati
Al momento dell’analisi interim, 18 pazienti (età mediana 30 anni; con mediana di linee precedenti di trattamento pari a tre) sono stati arruolati e trattati nello studio, di questi 17 sono stati inclusi nelle analisi di efficacia.
Per quanto concerne i dati di sicurezza 11 pazienti (61%) hanno presentato eventi avversi correlati al farmaco, la maggior parte di grado 1-2; nessuno ha interrotto il trattamento a causa degli effetti collaterali correlati al farmaco.
Per quanto concerne i dati di efficacia, la risposta oggettiva globale è stata del 41% (7/17); 6 pazienti presentavano una malattia stabile (35%) (Tabella 1). Del gruppo di pazienti valutabile con diagnostica di imaging, 13 di 16 (81%) hanno presentato una riduzione delle lesioni target (Figura 1).
Con una mediana di follow-up di 11,3 mesi, la durata mediana di risposta non è stata raggiunta. Due pazienti hanno presentato una durata massima di trattamento di due anni e continuano a mantenersi in remissione di malattia. La mediana di sopravvivenza globale non è stata raggiunta per i pazienti trattati, tutti i pazienti che hanno ottenuto una risposta al trattamento sono ancora vivi al momento della analisi.
Conclusioni
Gli autori concludono che, sulla scorta di questi dati iniziali nel setting di pazienti con rrPMBCL pesantemente pretrattati, pembrolizumab presenta un profilo di tossicità accettabile e una promettente attività antitumorale.