Lenalidomide e rituximab (LR) sono due agenti non chemioterapici attivi nel linfoma follicolare (FL). La combinazione dei due agenti non è stata mai testata nel contesto di studi randomizzati. Gli Autori hanno voluto quindi testarne l’efficacia nel setting dei pazienti affetti da FL recidivato.
Lo studio di fase II randomizzato di seguito riportato è il Cancer and Leukemia Group B (Alliance) 50401 trial. Lo studio inizialmente prevedeva l’assegnazione a tre bracci di trattamento (2:11): il primo costituito dall’associazione di rituximab (375 mg/m2 settimanale per 4 settimane) e lenalidomide (15 mg die nei giorni dal 1 al 21, seguiti da 7 giorni di pausa al ciclo 1 quindi alla dose di 20 mg die dal giorno 1 al 21, sempre seguito da 7 giorni di pausa, dal ciclo 2 al 12). Il secondo con rituximab in monoterapia (è stato chiuso per scarso arruolamento) e il terzo con lenalidomide in monoterapia.
I criteri di eleggibilità includevano inoltre pazienti ricaduti a precedenti trattamenti con rituximab con un tempo minimo alla progressione di sei mesi. Aspirina o eparine a basso peso molecolare (EBPM) erano consigliate nei soggetti a rischio di trombosi.
Novantuno pazienti arruolati hanno ricevuto il trattamento (lenalidomide, n 45; LR, n 46); l’età mediana era di 63 anni (range, 34–89), di questi il 58% era a rischio intermedio alto secondo il Follicular Lymphoma International Prognostic Index. Le tossicità severe (grado 3-4) sono state rispettivamente del 58% per i pazienti nel braccio di trattamento con sola lenalidomide e 53% per quelli nel braccio di combinazione lenalidomide rituximab, con il 9 e 11% dei pazienti che hanno presentato una tossicità di grado 4; le tossicità severe comprendevano: neutropenia (16 vs 20%, rispettivamente), astenia (9 vs 13%, rispettivamente), ed eventi trombotici (16% [n 7] vs 4% [n 2], rispettivamente; p=0,157). Per quanto concerne il completamento dei 12 cicli previsti, il 36% dei pazienti del braccio lenalidomide ha terminato tutti i 12 cicli, nel braccio di combinazione LR il 63%.
Il braccio lenalidomide in monoterapia era associato a un rate di progressioni maggiore con il 22% dei pazienti che ha sospeso il farmaco a causa degli eventi avversi. L’intensità di dose ha superato l’80% in ambo i bracci.
Il rate di risposte globali è stato del 53% (con il 20% di risposte complete) nel braccio lenalidomide in monoterapia e del 76% (39% complete response) per il braccio di associazione (p = 0.029) (Tabella 1). Alla mediana di follow-up di 2,5 anni, il tempo mediano alla progressione è stato di 1,1 anno nel braccio lenalidomide in monoterapia e di 2 anni per il gruppo LR (p = 0.0023) (Figura 1).
Gli Autori concludono che l’associazione lenalidomide rituximab è più efficace della monoterapia anche in pazienti precedentemente trattati con rituximab nel setting dei pazienti con linfoma follicolare recidivato, a fronte di una tossicità sovrapponibile. Questo studio rappresenta una piattaforma per l’associazione a nuovi agenti biologici per un trattamento chemo-free.