Lo studio FIRST (Frontline Investigation of Revlimid/dexamethasone versus Standard Thalidomide) è stato condotto per valutare l’efficacia di lenalidomide e desametasone somministrati continuativamente in pazienti di nuova diagnosi non eleggibili per età o comorbidità alla procedura trapiantologica. Il trattamento è stato posto a confronto con il classico MPT (melphalan-prednisone-talidomide). I risultati, presentati sul New England Journal of Medicine, confermano l’attività di lenalidomide ad assunzione continuativa.
Lo studio randomizzato, internazionale, multicentrico, ha incluso 1623 pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo di età >65 anni o ≤65 anni ma non eleggibili a trapianto. Di questi, 535 pazienti sono stati trattati con cicli continuativi di lenalidomide e desametasone (LenDex lenalidomide 25 mg/die per 21 gg ogni 28 e desametasone 40 mg nei gg 1, 8, 15, 22) fino a progressione, 541 pazienti hanno ricevuto lo stesso trattamento per 18 cicli complessivi e 547 pazienti sono stati trattati con MPT (melphalan 0,25 mg/kg nei gg 1-4, prednisone 2 mg/kg nei gg 1-4 e talidomide 200 mg/die, cicli di 42 giorni) per 72 settimane.
L’endpoint primario dello studio era la PFS con LenDex continuativo rispetto a MPT.
Il follow-up mediano è stato di 37 mesi.
La durata mediana del trattamento per braccio era la seguente: LenDex continuativo 18,4 mesi, LenDex 16,6 mesi, MPT 15,4 mesi.
Nei pazienti trattati con LenDex continuativo la durata mediana della PFS era significativamente maggiore rispetto agli altri 2 bracci: 25 mesi per i pazienti trattati con LenDex continuativo, 20,7 mesi con LenDex per 18 mesi e 21,2 mesi nel braccio MPT (HR per rischio di progressione o morte 0,72 per LenDex continuativo vs MPT e 0,70 per LenDex continuativo vs LenDex 18 mesi, p <0,001 per entrambi) (Figura 1).
Il trattamento con LenDex continuativo si è dimostrato superiore a MPT anche rispetto agli endpoints secondari di efficacia, compresa una tendenza al miglioramento della sopravvivenza globale (OS a 4 anni 59 vs 56% con LenDex 18 mesi vs 51% con MPT) seppur senza il raggiungimento della significatività statistica.
In merito alla sicurezza del trattamento, LenDex si caratterizzava per una minor tossicità ematologica e neurologica rispetto a MPT. Nel braccio LenDex si osservava un moderato incremento degli eventi infettivi.
Nei pazienti anziani o non eleggibili a trapianto il trattamento continuativo con lenalidomide e desametasone si associa a un vantaggio in PFS rispetto al trattamento con MPT. L’analisi ad interim mostra inoltre una tendenza al miglioramento dell’OS, dato da confermare con un maggior follow-up. Gli Autori sottolineano il vantaggio del trattamento continuativo nei pazienti anziani e/o non candidabili a trapianto anche considerando il profilo di tossicità accettabile e la bassa incidenza di secondi tumori.